Bollettino n. 20/2017 - recensione

La statua del compianto adagiato su un lenzuolino bianco e un cuscino rosso (entrambi di legno) campeggia sulla prima pagina del Bollettino Storico n. 20 e forse indurrà qualche lettore a riflettere sul significato di una virtù che al giorno d’oggi si tende un po’ a dimenticare (o a eludere) quale è il Sacrificio, richiamato anche dal colore porpora della copertina. 

L’edizione 2017 curata dal Centro Studi Storici Alta Valtellina racchiude, come sempre, una miscellanea di contributi rigorosi nella ricostruzione storica e curiosi nel contenuto. Fatto salvo l’articolo di don Remo Bracchi, che tradizionalmente apre il Bollettino e rappresenta ormai una garanzia con i suoi spunti di carattere linguistico, in questo numero si spazia dalle biografie ai processi, dall’architettura al turismo, dall’arte alla montagna. Ilario Silvestri ci riporta alla Bormio del Trecento, quando la vita era permeata da una fortissima religiosità che si manifestava anche nella nascita di diverse congreghe come quella fondata dagli Umiliati, che aveva sede in una vecchia casa-torre posta sull’attuale via Monte Braulio. Restando in epoca medioevale Massimo Prevideprato riprende l’argomento stregoneria analizzando alcuni episodi avvenuti nel Terziere Superiore (Bormio, Grosio, Villa di Tirano). Daniela Valzer, con uno straordinario nesso di attualizzazione con la nostra epoca, riporta le vicende processuali relative a tre denunce di stupro, reato abominevole che però lascia nelle carte dei giudici le tracce di un umorismo farsesco… Il contributo di Sara Silvia Piras nasce dalla risoluzione di un mistero: il viaggio (o meglio, la fuga) di un anonimo napoletano nel Contado di Bormio nella seconda metà del Settecento, la cui identità è stata svelata grazie ai registri parrocchiali di Bormio. Il turismo può essere considerato il comune denominatore degli articoli successivi: Cristina Pedrana ci narra delle vicende che hanno portato alla determinazione dei confini intorno alla strada dello Stelvio; Lorenza Fumagalli rievoca il periodo d’oro di Santa Caterina legato allo sfruttamento dell’acqua acidulo-marziale e i successivi fallimenti imprenditoriali che portarono al deperimento e alla scomparsa della Fonte; Gisi Schena ricostruisce gli albori della storia turistica di Livigno, con particolare riferimento alla pensione Alpina e con l’appendice di Elena Galli, discendente dei primi albergatori. Raffaele Occhi, appassionato cultore di letteratura di montagna, presenta una carrellata di personaggi legati all’alpinismo in Alta Valtellina, mentre Anna Lanfranchi ci racconta le peripezie di guerra vissute da Stefano “Podraga” Cossi e trascritte nel suo inedito diario. Arti e mestieri nei contributi di Ilario Silvestri (il gruppo scultoreo del Compianto nella Parrocchiale di Bormio), Manuela Gasperi (gli ex-voto della Collegiata di Bormio), Matthias Walter (il fonditore di campane Francesco Sermondi), Marc Philip Seidel (su Antonio De Grada, il pittore e decoratore del Grand Hotel Bagni Nuovi di Bormio). Chiudono il Bollettino due religiosi: don Remo Bracchi, che ci conduce fra le leggende delle culture popolari, e don Mario Simonelli, custode-scopritore-divulgatore delle memorie arcaiche legate a S. Giovanni di Teglio.

Anna

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