I GRIGIONI IN VALTELLINA, A BORMIO ED A CHIAVENNA: SI TORNA A PARLARE DEL “PATTO PERDUTO”

 
 

Esattamente 500 anni fa, nel giugno del 1512, ebbe inizio una storia comune, che sarebbe durata per quasi tre secoli. Una storia interessante, ricca di alterne vicende e peripezie – caratterizzata da sviluppo economico e da fecondi rapporti culturali, ma anche da tensioni politiche e religiose.

Questa storia non è ancora stata indagata completamente. Dopo il convegno del 1997 sulla fine della signoria grigione in Valtellina, si tratta ora di fare luce sulle condizioni che resero possibile l’inizio del dominio grigione. Al centro del convegno di quest’anno si pongono dunque le premesse della conquista e le prime fasi dell’amministrazione grigione. Per ricordare l’inizio del dominio grigione sulla Valtellina, Bormio e Chiavenna, le associazioni e gli istituti storici di qua e di là del confine hanno organizzato un convegno aperto ad un pubblico interessato. Ce ne riferisce Dario Cossi, segretario del Centro Studi Storici Alta Valtellina.

Venerdì 22 e sabato 23 giugno ha avuto luogo il convegno storico “1512, i Grigioni in Valtellina, Bormio e Chiavenna”. Si sono avvicendati nove storici e ricercatori, cinque italiani e quattro svizzeri: Guido Scaramellini, Florian Hitz, Marta Mangini, Martin Bundi, Massimo Della Misericordia, Marc Anton Nay, Ilario Silvestri, Diego Zoia, Silvio Färber. Studiosi che da diversi punti di vista e anche percorrendo tracce diverse, hanno presentato la sintesi dei loro saggi riguardanti l’ingresso dei Grigioni a sud delle alpi. In realtà, non si è trattato di un’invasione tumultuosa o ferocemente combattuta, ma quasi di una buona accoglienza da parte di un popolo angariato da una dozzina d’anni di dominio francese, in un momento di generale precarietà politica che riguardava anche del ducato di Milano, di cui l’attuale provincia di Sondrio faceva parte sino al 1500.
L’iniziativa, fortemente voluta dai sodalizi di ricerca storica (Istituto Grigione di Ricerca sulla Cultura, Società Storica dei Grigioni, Società Storica Valposchiavo, Società Storico Valtellinese, Centro Studi Storici Valchiavennaschi, Associazioni Culturale Ad Fontes e ovviamente il Centro Studi Storici Alta Valtellina), ha riscosso anche un meritato successo di pubblico, le sale di Tirano e di Poschiavo erano stipate di studiosi e appassionati.
Il periodo quattrocentesco e il primo Cinquecento sono stati riproposti in chiave critica con sostanziali novità. Notevole il rinvenimento da parte di Ilario Silvestri dei cinque capitoli di Teglio (il famoso “patto perduto”) presso l’archivio storico di Bormio. Questo documento di cui si affermava l’esistenza da parte degli storici italiani, confutato dagli svizzeri, dichiarava l’ingresso dei terzieri valtellinesi nelle Tre Leghe con pari diritti, e non da sudditi. Perché Bormio ha conservato una copia di questo documento? Perché voleva una volta di più affermare l’estraneità della Magnifica Terra dalla Valtellina. Un capitolo degli Statuti bormini aveva un titolo molto chiaro in proposito: “De non habendo communionem cum Valle Tellina”.
 Ma non ci si è fermati solo agli studi storici. Marc Anton Nay ha infatti presentato il suo studio riguardante il confronto della tipologia della casa rurale in provincia di Sondrio e nel Canton Grigioni, con cui si evidenza una certa affinità culturale, supportata anche da condizioni climatiche e dal materiale ligneo disponibile. La tradizionale ‘stua’ era presente anche in tutte le abitazioni del Bormiese, Sondalo e dell’area di Grosio, analogamente alle case grigione. Nel resto della valle la ‘stua’ era presente nelle case signorili e patrizie.
A completare il ciclo di conferenze, si sono poi svolte delle visite guidate sia a Tirano sia a Poschiavo, ove alcuni significativi percorsi hanno guidato il pubblico alla riscoperta delle tracce grigionesi e valtellinesi nei due borghi; a Poschiavo, inoltre, è stato possibile ammirare la mostra appositamente allestita per la ricorrenza nonché la straordinaria casa Tomé, esempio perfettamente conservato di architettura rurale e di civiltà contadina.
A ottobre saranno pubblicati gli atti del convegno con due volumi, uno in italiano, l’altro in tedesco. Sarà un ulteriore opportunità di approfondire, a cinquecento anni di distanza, quel particolare momento storico che, nel bene e nel male, ha lasciato profonde tracce che ancora adesso ci uniscono e ci dividono dagli antichi ‘Signori Grigioni’.

Armando Trabucchi

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