Trascrizione dei processi di stregoneria

Il progetto di trascrizione dei processi di stregoneria è stato intrapreso in collaborazione con la Comunità Montana Alta Valtellina e in accordo con la Regione Lombardia a partire dai primi anni del Duemila.

A Bormio, infatti, esiste un pregevole archivio storico, presso il quale sono conservati, tra l’altro, numerosi quaderni (“Quaterni Inquisitionum”) che contengono i verbali dell’amministrazione della giustizia locale (sia civile che penale). Fra questi, sono piuttosto numerosi i processi che riguardano la stregoneria o la pratica della magia.

Si tratta di una documentazione eccezionale sia per l’antichità del materiale conservato (gli incartamenti processuali vanno dal 1483 al 1715) sia per la loro completezza.

La lettura di questi verbali, compilati in modo attento e preciso dai cancellieri dell’epoca, offre numerosi spunti per i ricercatori, perché oltre allo studio di un fenomeno che ha caratterizzato la storia di gran parte dell’Europa, emergono informazioni per i linguisti, per gli etnografi, ecc.

A partire dal 2003 si è quindi intrapresa la trascrizione di tali documenti, corredandoli di annotazioni di carattere storico e linguistico per consentire la migliore comprensione dei testi. E ciò per evitare che il lettore incorra in equivoci: già è successo che un “sclapar scandola” sia stato interpretato come “scoppiare scandali”, invece che “scoppiare embrici” (= tegole di legno per la copertura dei tetti).

Trascrivendo integralmente la documentazione esistente, è stato possibile redigere la ‘storia magica’ dell’ Alta Valle, che senza giudizi o pregiudizi ha identificato la sola verità, definendo ‘una storia nella storia’ per chiunque avesse la necessità o anche solo la curiosità di conoscerla.

 

SCHEDA METODOLOGICA PER LA SCELTA  DOCUMENTALE

Il lavoro di ricerca si è riproposto di utilizzare tutto il materiale esistente nell’archivio storico di Bormio[1] in riferimento alla stregoneria, alla magia e all’astrologia.

Si è provveduto a leggere e trascrivere, seguendo il solo criterio cronologico, tutti gli atti contenenti elementi reputati interessanti e consoni all’argomento trattato.

Dove la mancanza dei registri dei processi rendeva impossibile il lavoro, ci si è avvalsi della serie dei ‘dati e ricevuti’, ovvero delle spese sostenute per incarcerare, legare e processare le ‘fate nere’, non dimenticando che se anche ciò non fosse stato esaustivo, ci si sarebbe potuti avvalere di pergamene e carte sciolte.

Questa ricerca “a tappeto” e la sua seguente sistemazione cronologica, giustifica la presunta casualità dei documenti utilizzati, appartenenti a serie diverse; così al  registro iniziale dei dati e ricevuti del 1483, segue il registro dei verbali di consiglio del 1485 e il processo dello stesso anno, la pergamena n. 64 del 1489, alcune  carte sciolte contenute nella busta ‘Processi 1515 – 1800’ e così di seguito.

Dopo la trascrizione integrale d’ogni atto ritrovato, segue un regesto più ampio per i documenti redatti in latino e  sintetico per quelli in  volgare.

In nota sempre compaiono le note storiche e quelle linguistiche.

[1]  E nell’archivio di Stato di Sondrio

TUTTI I PROCESSI DI STREGONERIA TRASCRITTI SONO DISPONIBILI AL SITO https://www.lombardiabeniculturali.it/bormio/

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