Bollettino n. 14/2011

Il prelevamento e l’utilizzo degli articoli qui sotto disponibili è vincolato alla citazione delle fonti: nome dell’autore ed estremi del Bollettino (anno/numero)

Tipografia Solares, Bormio 2011, pp. 350
 Il numero è disponibile al costo di euro 10,00

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INDICE

Remo Bracchi, I pascoli tra le nuvole (locazione delle montagne di Oltöir e Pròfa nel sec. XVIII)
Nel volume Tutti at un animo. Verbali della Honorata Vicinanza di Morignone 1716-1806 (Bormio 1989) sono fedelmente annotate le decisioni prese dai capifamiglia nei loro periodici raduni… secondo un’antica consuetudine di democrazia a partecipazione diretta”. Bracchi analizza in particolare le decisioni del Consiglio per la locazione dei pascoli in zona Oltöir e Pròfa, toponimi di cui in appendice tratta l’etimologia.

Simone Angeloni, La frana della Val Pola – Cronaca geologica degli eventi in Valdisotto e in provincia di Sondrio dell’estate del 1987
Nel luglio 1987 una serie di eventi ha sconvolto la provincia di Sondrio e in particolare gli abitati di Sant’Antonio Morignone in Valdisotto. L’alluvione del 18 luglio e la frana della Val Pola del 28 luglio sono l’argomento dell’ampio articolo del geologo Simone Angelone. L’articolo è la scansione degli avvenimenti vista non solo dal punto di vista geologico – come esplicitato nel titolo – ma anche dal lato umano con una ricca serie di testimonianze delle persone che hanno vissuto il dramma di Sant’Antonio.

Gabriele Antonioli, Gli esiti della sentenza del Sant’Uffizio, nel processo contro Domenica e Balserino Pradella accusati di stregoneria
Nel 1663 il Sant’Uffizio intervenne in merito al procedimento giudiziario contro Domenica fu Vitale Pradella, detta la Castelera di Semogo. Gabriele Antonioli dà notizia del ritrovamento dei relativi atti presso l’archivio romano. Nell’impossibilità di procedere alla trascrizione, a causa dell’inchiostro troppo acido che ha letteralmente bucato i fogli del registro, l’autore riassume il contenuto in forma di regesto.

Valentina Casa, La catastrofe di Sant’Antonio Morignone. La comunità e lo spazio trasformato

La frana del 28 luglio non ha soltanto cancellato Sant’Antonio, Morignone, Pozz, Tirindré, Foliano, San Martino e in la gran parte di Aquilone, ha di fatto privato gli abitanti dei propri luoghi di vita costringendoli alla ricerca di soluzioni alternative. La studentessa di antropologia Valentina Casa ha analizzato appunto queste due fattispecie: la comunità e lo spazio trasformati, e il quartiere cepinasco di Scleva, ideato quale nuovo nucleo abitativo di Sant’Antonio.

Ilario Silvestri, La chiesa di S. Martino di Serravalle nei documenti medievali

Nell’attuale numero del Bollettino Storico si ripubblica il saggio dello storico Ilario Silvestri riguardante la storia medievale della millenaria chiesa di San Martino di Serravalle, anch’essa polverizzata dalla frana dell’87.

Massimo Della Misericordia, Consuetudine, contratto, lucro individuale, uso domestico. Elementi per un’analisi degli ideali economici: la montagna lombarda nel basso medioevo
Il conflitto, ben noto , che ha opposto comuni rurali e signori per il godimento delle risorse del territorio, indusse l’elaborazione di discorsi molto articolati sul piano dei principi. Allo scopo di studiare il linguaggio di fonti pragmatiche che mettessero a nudo differenti culture economiche”: in particolare un contenzioso a Teglio tra 1473 e 1474 e una lite trascinatasi per decenni a Grosio tra la comunità e la potente famiglia dei Venosta.

Davide Cavalli, Il primo secolo del comune di Sondalo: tracce documentarie di un’evoluzione istituzionale
In buona sostanza i primi passe di un’entità che tra il 1000 e il 1200 cominciava a organizzarsi quale Comunità civica, quando ancora consistenti parti del suo territorio appartenevano alla chiesa di San Martino di Serravalle.

Gisi Schena, La supplica dei Bormiesi a Napoleone Bonaparte
Ignazio Bardea fu incaricato dai bormiesi di scrivere una supplica a Napoleone Bonaparte in occasione della sua incoronazione nel duomo di Milano. Il testo originale è verosimilmente andato perduto, ma è stata rintracciata negli archivi una trascrizione ottocentesca manoscritta di Luigi Picci. Gisi Schena trascrive a sua volta il testo, riportando anche il curioso, quanto grottesco, epilogo della missione come narrato da padre Ireneo Simonetti.

a cura di Anna Lanfranchi, Il Libro delle memorie del Canonico Fanti – Parte II
Continua anche in questo numero del Bollettino Storico la trascrizione del Libro delle memorie del Canonico Fanti di Sondalo, con tutta una serie di curiosità che ci offrono un\’insolita visione della comunità rurale di Sondalo tra Otto e Novecento. La prima parte è pubblicato sul Bsav n. 13 (2010), a terza e ultima parte sul Bsav n. 15 (2012).

Manuela Gasperi, Dovacio fatta per una gamba. Gli ex voto delle chiese di area Sondalina
Durante l’estate 2010 il Comune di Sondalo ha riunito i 47 ex voto conservati nelle varie chiese del territorio comunale per esporli in una mostra. Manuela Gasperi ha sovrainteso questa operazione e ha colto l’occasione di presentarli a un pubblico più vasto analizzando gli estremi temporali, i contenuti artistici, iconografici, devozionali che rendono preziosa anche quest’arte minore e popolare.

 
Anna Lanfranchi, Dalla liturgia alla drammaturgia. La breve parabola della chiesa di S. Gottardo

Davvero breve la storia della scomparsa chiesetta di San Gottardo che venne edificata quale chiesa del reparto Maggiore di Bormio. La storica ricorda la costruzione e soprattutto la fine ingloriosa che vide il sacro edificio ridotto a sede delle rappresentazioni teatrali della locale compagnia filodrammatica, per poi diventare una carrozzeria ed essere infine abbattuta.

 
Stefano Zazzi, Dopo un lungo oblio rinasce a Bormio la chiesa di San Vitale

Nel corso degli ultimi due anni è stato rimosso l\’intonaco alla chiesetta di San Vitale di Bormio, riportando alla luce l\’originario raso pietra che rende all\’edificio il fascino originario.

 
Gabriele Antonioli, La pestèda: un connubio tra sapori d’Oriente e aromi alpestri

Scrive Gabriele Antonioli nel suo saggio di ricerca storica ed etnografica sul condimento grosino chiamato pestèda: “Non sarebbe bello pensare, ad esempio, che i nostri antenati assieme alle famose schiave dalmate, armene o circasse, che dir si voglia, pervicacemente rievocate dalla tradizione orale, nonostante i ripetuti ridimensionamenti e le conclamate smentite, abbiano portato nelle fumose cucine di Grosio anche spezie e profumi esotici non solo per far sentire a casa loro le odalische, ma anche quale coadiuvante alla conclamata virilità grosina? E abbiano così scoperto gli inaspettati e portentosi effetti di un viagra ante litteram?

 
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